File:Artgate Fondazione Cariplo - Magistretti Emilio, Quasi aurora consurgens.jpg

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Summary

cc-by-sa-3.0 Fondazione Cariplo

Informazioni sull'opera

  • artist=Emilio Magistretti
  • title=Quasi aurora consurgens – il Duomo. Veduta generale esterna da oriente

Quasi aurora consurgens – the Cathedral. General exterior view from the east

  • description=The painting was purchased for the Cariplo Collection on the antique market in 1955.

The huge canvas, signed and dated 1921, presents an evocative view of Milan Cathedral [1] in the light of dawn, a subject already addressed by Filippo Carcano in The Spires of the Cathedral, a work presented at the 1910 Venice Biennial (Esposizione Internazionale d’Arte della città di Venezia [2]).

There are close similarities in terms of the photograph-like approach and atmospheric handling of light with The Rinascente in Flames (Impressions) (location unknown), a work in a singular elongated vertical format showing the cathedral hemmed in by the wings of the Palazzo Bocconi, the premises of the Milanese department store, during the fire of 1918. Both canvases document a turning point in the artist’s creative development, namely his abandonment of the academic perspective painting learnt from Luigi Bisi and practiced in fixed and repetitive formulas from 1880 until the early 20th century in works like The Rubens Tapestries on the Balcony of the Palazzo Sormani to Celebrate the Anniversary of the Five Days of Milan in 1880 (impression from life), The Façade of the Sanctuary of San Celso (location unknown), “Locus olim publicae Veneri damnatus” (Choir of the Church of the Incoronata in Lodi – study from life) (Milan, Pinacoteca Ambrosiana).

This mature work is a precise and almost calligraphic perspective view of the edifice in smooth, transparent painting, taking advantage of the highly evocative golden light of dawn for anti-naturalistic purposes. This atmospheric image of somewhat facile impact belongs to the artist’s “official” oeuvre, characterized by repetitive and sometimes stereotyped results, in contrast with the coeval naturalistic work that he initiated in 1900 during the summers spent in Valsassina with his fellow painter Achille Formis.

The title of the canvas – a quotation from the Song of Songs (6, 10: “Who is she that rises like the dawn ...”) traditionally associated with the birth of Mary – is a reference to the Marian dedication of Milan Cathedral (Mariae Nascenti).

The Marian allusion may have been suggested by the artist’s brother Monsignor Marco Magistretti, an important figure in the Milanese Curia who helped the painter to obtain numerous ecclesiastical commissions for decorative work in the churches of Lombardy and portraits of leading prelates, including Portrait of Monsignor Luigi Nazari di Calabiana (1892). Portrait of Monsignor Paolo Ballerini (1894), and Portrait of Cardinal Andrea Carlo Ferrari (1921) (Milan, Quadreria dell’Arcivescovado). The work examined here may also have been commissioned, as it was precisely on 8 September 1921, coinciding with the commemoration of the birth of Our Lady, the Monsignor Achille Ratti, the future Pope Pius XI, made his solemn entrance into the cathedral as archbishop of Milan, and Marco Magistretti was appointed prefect of the Ambrosian Library on 20 November of the same year.

  • it=Il dipinto è entrato in Collezione nel 1955 proveniente dal mercato antiquario.

La vasta tela, firmata e datata 1921, raffigura una suggestiva veduta del Duomo di Milano [3] rischiarato dalle luci dell’alba, replicando un soggetto già affrontato da Filippo Carcano nel dipinto intitolato Le guglie del Duomo presentato all’Esposizione Internazionale d’Arte della città di Venezia del 1910. [4]

Stringenti analogie nell’adozione del taglio fotografico e nella suggestiva resa luministica accostano l’opera in Collezione a La rinascente in fiamme (impressioni) (ubicazione sconosciuta) che ritrae, in un singolare formato verticale e allungato, uno scorcio della cattedrale cittadina stretta tra gli edifici del palazzo Bocconi, sede dei grandi magazzini milanesi, durante l’incendio del 1918. Entrambe le tele documentano una svolta nel percorso creativo dell’artista che si affranca dalla pittura prospettica derivata dall’insegnamento accademico di Luigi Bisi, praticata in formule fisse e ripetitive dal 1880 fino all’inizio del Novecento in opere come Gli arazzi di Rubens sul balcone di casa Sormani per festeggiare nel 1880 la ricorrenza delle 5 giornate (impressione dal vero), La facciata del santuario di San Celso (ubicazione ignota), ”Locus olim publicae Veneri damnatus” (Coro della chiesa dell’Incoronata di Lodi – studio dal vero) (Milano, Pinacoteca Ambrosiana).

In questa prova della maturità, l’artista realizza una veduta prospettica improntata a una restituzione puntuale, quasi calligrafica, dell’architettura, con una pittura levigata e trasparente, adottando la luce dorata dell’alba con un intento antinaturalistico e una forte valenza evocativa. Questa immagine suggestiva e di facile effetto rientra nella produzione ufficiale dell’artista che raggiunge esiti ripetitivi e talvolta oleografici, in contrasto con le coeve ricerche di matrice naturalista che Magistretti avvia dal 1900, in coincidenza con i suoi soggiorni estivi trascorsi in Valsassina in compagnia del collega Achille Formis.

Il titolo della tela rimanda alla titolazione mariana della cattedrale milanese (Mariae Nascenti), esatta citazione di un versetto del Cantico dei Cantici (“Chi è costei che sorge come l’aurora […]?”(Cantico 6,10)), tradizionalmente riferito alla nascita della Vergine Maria.

Questo gioco di riferimenti mariani potrebbe essere stato suggerito dal fratello dell’artista, monsignor Marco Magistretti, figura di spicco della curia ambrosiana che favorì il pittore in numerose commissioni ecclesiastiche: dalle numerose imprese decorative nelle chiese lombarde all’esecuzione dei ritratti di alti prelati, tra i quali Il Ritratto di monsignor Luigi Nazari di Calabiana del 1892, il Ritratto di monsignor Paolo Ballerini del 1894 e il Ritratto del cardinal Andrea Carlo Ferrari del 1921 (Milano, Quadreria dell’Arcivescovado). Anche l’opera in esame, forse, potrebbe essere riconducibile a una commissione dal momento che proprio l’8 settembre del 1921, in coincidenza con la commemorazione della nascita di Maria, monsignor Achille Ratti, futuro papa Pio XI, faceva il suo solenne ingresso in Duomo come arcivescovo di Milano, mentre Marco Magistretti assumeva l’incarico di prefetto della Veneranda Biblioteca Ambrosiana il 20 novembre dello stesso anno.

  • date=1921
  • medium= olio su tela
  • dimensions= cm height=136.5 width=179
  • Emilio Magistretti, La mia opera, Alfieri & Lacroix, Milano 1926, tav. LXXXII
  • Tesori d'arte delle banche lombarde, Associazione Bancaria Italiana, Milano 1995, p. 289, n. 555 ill.
  • Sergio Rebora, Emilio Magistretti, Quasi aurora consurgens, in Sergio Rebora, a cura di, Le collezioni d’arte. L’Ottocento, Fondazione Cassa di Risparmio delle Provincie Lombarde, Milano 1999, n. 151, p. 244, ill.
  • inscriptions= E. Magistretti / 1921 bottom left
  • notes=Elena Lissoni, Artgate Fondazione Cariplo
  • accession number=AH00249AFC
  • source=Artgate Fondazione Cariplo
  • permission=WikiAfrica/Artgate

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current11:46, 6 May 2015Thumbnail for version as of 11:46, 6 May 2015800 × 606 (186 KB)Davide Bolis (talk | contribs)cc-by-sa-3.0 [http://www.artgate-cariplo.it Fondazione Cariplo] == Informazioni sull'opera == *artist=Emilio Magistretti *title=Quasi aurora consurgens – il Duomo. Veduta generale esterna da oriente<br> Quasi aurora consurgens – the Cathedral. Gene...

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